Si fa presto a dire “Buoni pasto”: Appe Padova racconta il difficile iter di baristi e ristoratori per riscuotere quanto dovuto

 

Quella dei buoni pasto è una tematica sempre di attualità per i pubblici esercizi e, in particolare, per gli oltre 1.000 bar che, in provincia di Padova, accettano i “ticket” come forma di pagamento delle consumazioni.
Oltre alle note criticità sempre contestate dai baristi, tra cui la commissione che viene applicata sul valore dei buoni (che ormai supera il 12%) e le tempistiche lunghe (di media sui 90 giorni) per il rimborso delle fatture, negli ultimi mesi si registra anche la difficoltà nell’ottenere i pagamenti da parte delle ditte emettitrici.

«In particolare – specifica Matteo Toniolo, dirigente dell’Associazione Provinciale Pubblici Esercizi (APPE) con delega ai buoni pasto – c’è un’azienda emettitrice che regolarmente non paga le fatture, tanto che diversi esercenti ormai non accettano più quegli specifici buoni».
Le segnalazioni di mancato pagamento, prima episodiche, hanno assunto, con il passare dei mesi, una frequenza allarmante, tant’è che l’APPE ha istituito un vero e proprio servizio di assistenza gratuita a favore dei propri associati.

«Ci siamo resi conto – dichiara Toniolo – che diversi esercenti, per ottenere il pagamento delle loro fatture, si rivolgevano a studi legali, finendo così per assottigliare ulteriormente i già magri guadagni che derivano dal business del buono pasto».

«Per questo – prosegue il dirigente dell’APPE – abbiamo deciso di lanciare il servizio “SOS buoni pasto”: in pratica, in caso di mancato pagamento di una o più fatture emesse, l’Associazione invierà a titolo assolutamente gratuito un sollecito di pagamento in nome e per conto del proprio associato».

Finora i risultati sono stati più che soddisfacenti: tutti i solleciti inviati per il tramite dell’APPE hanno avuto esito positivo e gli esercenti, seppure in ritardo, sono venuti in possesso dei propri denari.

«Stiamo parlando – dichiara Toniolo – di qualche decina di pratiche, per un controvalore di circa 50mila euro, soltanto negli ultimi mesi: soldi che gli esercenti avevano già, per così dire, “anticipato”, fornendo il servizio sostitutivo di mensa, senza poi ottenere il pagamento degli importi dovuti».

Il mercato dei buoni pasto muove in Italia un giro d’affari annuale di 2,7 miliardi di euro e “costa” agli esercenti, in termini di commissioni, tra il 7% e il 12%.
In provincia di Padova il mercato dei buoni pasto muove un giro d’affari di circa 25 milioni di euro all’anno e sono convenzionati con le ditte emettitrici circa 1.300 attività tra bar, trattorie, pizzerie e piccoli ristoranti.

Costi e ricavi di un pranzo (panino+bibita) pagati con “ticket”

Prezzo di vendita        5,50 euro

Commissione (12%)        0,66 euro

Iva (10%)            0,44 euro

Materia prima            1,83 euro

Costo del lavoro        1,33 euro

Margine            1,24 euro

 

Dal margine vanno sottratti tutti i costi generali (affitto, riscaldamento, utenze varie, ecc.), oltre le imposte e la quota che va a remunerare il lavoro del titolare dell’esercizio.