Il vero antifascismo, secondo me, è lasciare in pace Norma Cossetto e diffidare degli antifascisti violenti

 

“I fascisti (in Italia) si dividono in due categorie: i fascisti propriamente detti e gli antifascisti”. Lo scriveva Ennio Flaiano attribuendo la frase ad un amico pittore. E mai frase fu più vera ad annusare l’aria di Padova. Una città che non lascia in pace una sua studentessa istriana, morta orrendamente alla fine della seconda guerra mondiale.
In nome di Norma Cossetto un gruppo di nostalgici del fascismo, nostalgici come solo può essere chi non l’ha conosciuto, sta tentando di organizzare in città una presentazione di un fumetto su questa sventurata giovane vittima dell’odio.

In nome dell’antifascismo una squadraccia di ragazzotti per lo più conosciuti alla questura per violenze politiche di vario genere, sila ogni mercoledì tra piazza Capitaniato e il listòn. Se guardate bene la foto a corredo di questo articolo salta all’occhio un particolare: costoro sono indistinguibili da una comune manifestazione dei gruppi che si richiamano al fascismo del nuovo millennio. Che questi violenti dell’antagonismo in servizio permanente si auto investano della missione dell’antifascismo farebbe ridere, se non ci fosse da piangere.

E c’è da piangere perchè il vertice della città rimane in un silenzio complice di questa squadraccia del mercoledì. Arroccati, sindaco e vicesindaco, dietro un regolamento che rischi a Padova di fare più danni di quanti siano i pericoli che, in teoria, dovrebbe risolvere.

Il vero atto antifascista sarebbe quello di concedere una sala e garantire lo svolgimento di quella serata. Con il patto poi che Norma Cossetto, vera vittima postuma di questa vicenda, venga lasciata riposare in pace.

 

Alberto Gottardo