Referendum indipendenza? “Dannoso più di 100 Brexit” secondo Federcontribuenti

 

“Leggo sui social network che c’è chi sta organizzando una specie di referendum per l’indipendenza del Veneto. Si parla di truffa del plebiscito del 1866 per cercare di nascondere la vera truffa in cui la classe dirigente del “prima il Veneto” ha svuotato le tasche dei veneti, tra crack delle banche, tangenti del Mose e opere costate il triplo della base di appalto qualcosa come 40 miliardi di euro. Praticamente 10mila euro a cittadino veneto, neonati compresi. Si vuole dare in mano a costoro anche i servizi che dipendono dallo Stato? Sarebbe più dannoso di 100 Brexit”.
A dirlo, conti alla mano, il presidente nazionale di Federcontribuenti Marco Paccagnella, commentando i tanti convegni, referendum simbolici e non, che si susseguono in occasione del referendum di annessione del Veneto al regno d’Italia del 1866.
“Chi critica i Savoia non si è comportato meglio dei briganti che infestavano l’Aspromonte all’indomani dell’unione d’Italia – continua Paccagnella – stiamo realizzando uno studio con simulazioni su dazi doganali, costi di rinegoziazione dei trattati commerciali e spese diplomatiche che il Veneto si dovrebbe sobbarcare se davvero qualche mente scellerata trovasse il pertugio giuridico e populistico per portare il Veneto fuori dall’Europa a causa dell’indipendenza dallo Stato italiano. Anticipo un dato: costerebbe con ogni probabilità nell’immediato non meno di 13 miliardi di euro per i primi cinque anni. Significherebbe insomma il colpo di grazia alle residue chance delle imprese e della società veneta di ritornare, se non a crescere, a smettere di arretrare in competitività e qualità della vita. Presenteremo la settimana prossima lo studio e il vademecum per iniziare a dare ai veneti una bussola tra crollo delle banche, che è solo all’inizio della manifestazione dei suoi effetti pratici, e tentazioni autodistruttive come i referendum tanto sbandierati, peggiori nelle intenzioni e negli esiti, della peggiore Brexit. Occorre che la classe dirigente, o sedicente tale, la smetta di trattare i veneti come se fossero un gregge, travestendo da pecore i lupi e facendo guasti di portata generazionale”.