Arturo Lorenzoni annuncia una rivisitazione del piano urbanistico della zona Borgomagno

 
Nell’area a nord della ferrovia nel Comune di Padova, conosciuta come Ansa Borgomagno, è approvato da oltre dieci anni un piano urbanistico che prevede l’edificazione di un elevato numero di edifici a vocazione terziaria e residenziale. Tuttavia, il piano non è mai stato attuato perché la trasformazione urbanistica e sociale occorsa a valle della crisi del 2008 – 2009 ha reso quel piano inattuabile sotto il profilo economico, perché i volumi terziari e residenziali esistenti in città si sono rivelati esuberanti rispetto alle necessità, con conseguente abbandono di progetti già approvati.
 
Ciò nondimeno, l’area in questione di circa 50 mila metri quadri, in parte di tre proprietari privati (o consorzi) e in parte del Comune, rappresenta una superficie di grande pregio per la sua localizzazione e la sua vasta estensione a ridosso del centro cittadino e delle maggiori infrastrutture di trasporto e di servizio.
Per questo si è avviata un’interlocuzione per pensare uno sviluppo dell’area completamente nuovo, mirato ad attrarre nell’area le risorse più preziose della città, al fine di creare qualcosa di completamente nuovo e desiderabile per la città.
 
L’idea è quella di realizzare progressivamente, sulla base di un progetto definito nel suo insieme fin da subito, un quartiere vocato ad ospitare le imprese della conoscenza presenti in città e ad attrarne altre, per dare forma e vigore all’economia cittadina nel settore in cui essa può crescere maggiormente, le imprese legate all’innovazione, alla gestione dei dati, alla fornitura dei nuovi servizi resi possibile dalla recente evoluzione della tecnologia.
Padova ha un vantaggio competitivo rispetto a molte altre città italiane ed europee, grazie alla presenza di un’università prestigiosa, di un tessuto imprenditoriale brillante, di una tradizione unica nella nascita e crescita di imprese del settore del digitale (da Cerved a Unioncamere a tutte le imprese sorte ad opera dei laureati a Padova, fino ai diversi incubatori presenti in città). Nonostante queste forti competenze tecnologiche ed imprenditoriali, a Padova non si è ancora creato quell’ecosistema capace di attrarre le risorse preziose che sono i giovani formati nel campo della tecnologia.
 
Si sta dando una risposta forte in termini di formazione e di cooperazione con l’Università con la creazione del Competence Center e Innovation Hub da realizzare nell’area della Fiera, operazione preziosa perché consente di dare forza alla ricerca e alla collaborazione tra mondo della ricerca e delle imprese; ma l’area della Fiera non può ospitare il crescente numero di imprese che vanno ad operare nel campo dell’economia digitale e della conoscenza, non direttamente collegate con l’Università e la formazione, ma interessate a stare vicino a quel mondo, per attivare sinergie e per acquisire risorse con elevate competenze.
 
Per questa ragione si è avviato un progetto su Ansa Borgomagno sinergico con il Competence Center, per creare un ecosistema mirato ad attrarre le imprese della conoscenza, fortemente connotato sul piano architettonico e dei servizi, perché possa rappresentare un’opportunità per le nuove imprese create dai più giovani e un fattore di attrazione per chi si affaccia al mondo dell’impresa e del lavoro. Uno spazio ben identificato sul piano architettonico, con molto verde ed edifici moderni, sostenibili, inseriti in un ambiente quanto più possibile naturale. Un’area con molti servizi digitali, spazi lavorativi realmente moderni pensati per le imprese digitali, flessibili, con bassi costi di manutenzione, dove chi lavora con le tecnologie più avanzate possa sentirsi a proprio agio, anche perché circondato da persone che condividono i suoi interessi e le sue passioni. Uno spazio che non c’è a Padova, ma che si può creare con una collaborazione tra istituzioni.
 
I proprietari delle aree hanno mostrato interesse alla proposta, per cui l’Amministrazione comunale ha interessato la Camera di Commercio, che ha assicurato collaborazione, e alcuni incubatori che hanno mostrato interesse per la nuova idea. Così pure il professor Edoardo Narne, già attivo nel quartiere con un progetto di grande respiro di ricucitura urbana, che ha assicurato la propria disponibilità a contribuire per disegnare ex novo uno sviluppo urbano di questo tipo. Forti di queste prime adesioni, vi è stato un primo incontro per valutare la possibilità di partire raggruppando nel primo nucleo di tale nuovo spazio le imprese della conoscenza già presenti a Padova. Che ci sono, sono vivaci, ma non visibili e non valorizzate adeguatamente per connotare la vocazione di Padova ad essere città dell’economia della conoscenza.
 
Arturo Lorenzoni, vicesindaco Comune di Padova