Storia di una fontanella, di zanzare e di tanti piccoli particolari che fanno la differenza in una città che appare parecchio trascurata

 

Sembra una sciocchezza, e chi non ha figli certo non coglierà la dimensione del disagio di tre mesi abbondanti di un parco, quello di Voltabrusegana, senz’acqua dal mese di giugno. Eppure sono cento giorni che la fontanella posizionata dove ora c’è solo un basamento di ghisa, manca dal parco della zona più occidentale del comune di Padova, quasi una enclave tra i comuni di Selvazzano, oltre il Bacchiglione e Abano, un po’ più a sud. Lì, tra la scuola elementare e la Canottieri, c’è un parchetto che confina a nord con l’argine del fiume che ogni tanto fa le bizze, e a sud con via Decorati al valor civile. Un parchetto molto frequentato dalle tante famiglie che qui si sono trasferite, in un quartiere che è un po’ un paesino a sè, con anzora il pizzicagnolo e la sagra in cui tutti si danno del tu e si chiamano per nome. 

In questo parchetto da 100 giorni non c’è l’acqua e le segnalazioni delle mamme al Comune non hanno per ora sortito effetto. E migliaia di zanzare che ti azzannano anche attraverso i jeans appena varchi il confine verde. 

Un caso isolato, pensavo fino a ieri. La fontanella sarà stata particolarmente sfortunata e le zanzare saranno più numerose che altrove per la vicinanza del fiume, mi diceva una logica ottimista. Poi sono andato con le bimbe al parchetto di via Metauro, una via che diventa un parcheggio nel cuore di Altichiero, a poche decine di metri dalla chiesa parrocchiale al confine con Limena. 

Anche qui fontanella decapitata e zanzare a profusione. Ed allora mi è sorto il dubbio: vuoi vedere che non è il mio parchetto ad essere periferico ma sono le aree verdi a esserlo in una politica del Comune di Padova che nel frattempo taglia centinaia di alberi, dopo aver tagliato anche il settore verde?
Chiamo al cellulare l’assessore alle manutenzioni Alain Luciani. Non risponde ma richiama quasi subito e promette: “il sindaco ascolta, le fontanelle arriveranno”. Quando? Non dà una risposta l’assessore alle manutenzioni (2.600 euro netti al mese di stipendio, 4 volte il reddito dichiarato quando faceva il commerciante di pezzi di ricambio per l’elettronica). Una data spesso è la differenza tra una generica promessa e un impegno serio. Il sindaco ascolta, dice Alain Luciani. A distanza di due anni abbondanti dalle ultime elezioni, sarebbe ora che nelle periferie di Padova arrivassero anche delle risposte. Che non si vedono. Ma in conmpenso, zanzare ce ne sono in quantità. “Quelle non sono di mia competenza – chiosa Luciani – di quelle bisogna parlare con l’assessore Cavatton”. Ma non era assessore alla cultura, alle prese con Vittorio Sgarbi e con una rassegna di cui non si è più sentito parlare, dopo che la Fiera delle Parole, cacciata da Padova, macina migliaia di spettatori alle serate organizzate a Montegrotto? No, controllo, ed ha ragione Luciani: l’assessore alla cultura è anche assessore alle zanzare, pardon, all’ambiente da cui dipendono anche le disinfestazioni di insetti e ratti. E poi vuoi che uno non si distragga, tra un Tintoretto, un ratto, una zanzara e una fanfara. Miracoli di una amministrazione turboleghista, come la definì Gian Antonio Stella occupandosi di luminarie di Natale. Sempre meno turbo e sempre più leghista. E anche inconcludente, se per una fontanella e per una disinfestazione devi chiamare due assessori e sperare che “il sindaco ascolti”. 

 

Alberto Gottardo