Sul tram Voltabarozzo – Stazione, tra schizofrenie, opportunismi, e la cocciutaggine della realtà

 

Sulla questione del Tram tra Voltabarozzo e la stazione stiamo assistendo ad un braccio di ferro lungo anni. Da una parte il partito del no a tutti i costi e dell’opposizione accattona. Paladini di questo schieramento esponenti di varie provenienze ideologiche: ci sono esponenti di Alleanza Nazionale – Fratelli d’Italia da Filippo Ascierto ai coniugi Gori, ma anche residuati di Rifondazione comunista e post autonomia operaia quali i consiglieri comunali Daniela Ruffini, che quando era assessore non risulta abbia speso mezza parola sul tram realizzato dalla Giunta di cui faceva parte, e Roberto Marinello, animatore per anni delle associazioni che fanno capo al centro sociale Pedro, riverniciato dell’arancione della lista Lorenzoni. Costoro hanno partecipato (a titolo personale!) alla passeggiata organizzata dal comitato no tram a Voltabarozzo.

Comitato poi incontrato appunto dal vice sindaco Lorenzoni, secondo quanto racconta una cornaca minuziosa del Mattino di Padova (fai doppio click per leggere l’articolo)
E poi c’è il fronte pragmatico dell’esperienza e dei fatti. Quello rappresentato da chi è conscio che l’unica maniera per fare il tram in tempi certi, e anche rapidi, è passare appunto per il percorso ciclabile che un tempo era il percorso della ferrovia Veneta Padova – Piove di Sacco. E spiega bene questa unica opzione realizzabile l’ex presidente di Aps Amedeo Levorato, in una intervista a Davide D’Attino.

Lo stesso giornalista che da tanti anni segue palazzo Moroni ed è apprezzato da tutti per una precisione chirurgica nel riportare cose anche complesse del governo cittadino; eppure è lo stesso giornalista che quando intervista Lorenzoni (che diceva le stesse cose che sostiene Levorato nell’articlo qui a fianco), poi viene “corretto” su facebook dal professore, che evidentemente è costretto un po’ come dr. Jekyll e Mr. Hide ad avere due personalità politiche. Quella pragmatica quando da vice sindaco ed assessore alla mobilità deve fare i conti con la realtà dei fatti e poi quella gruppettara e del no a tutto quando incontra i politicamente tardo adolescenziali delle rifondazioni e dei centri sociali, che quando è ora di dire no riescono addirittura a saldarsi con gli ex missini, pur di fare un dispetto a chi governa. Anche quando a governare, almeno in teoria, sono sempre loro.
Chissà se questa schizofrenia politica potrà durare a lungo, specie dopo le elezioni del 4 marzo.

Alberto Gottardo