Università: studenti in mutande, con i fiori ma forse senza violenza

 

Catene e studenti a torso nudo nella mattina a simulare una processione di schiavi, un accampamento di tende davanti alla sede del Rettorato nel pomeriggio e domani tutti con un fiore in mano, con il divieto assoluto, almeno nelle intenzioni degli organizzatori, di portare in corteo caschi e oggetti atti ad offendere. E’ sempre più fantasiosa e vive di simboli corporei la protesta di studenti e ricercatori a Padova. Questa mattina una decina di studenti, favoriti anche dalla temperatura relativamente mite in città, hanno sfilato per le piazze a torso nudo, con i polsi uniti da una lunga catena a simboleggiare la mancanza di libertà in cui si trovano gli universitari. Terminata la processione in catene, di fatto un flash mob di qualche minuto, gli universitari sono ricomparsi in versione nomade poco dopo le 16 di fronte al palazzo del Bo, sede del rettorato, piazzando tre tende e distribuendo the e biscotti al popolo dello shopping della zona pedonale. L’idea iniziale di alcuni dei dottorandi era quella di rimanere di presidio tutta la notte, poi abbandonata visto il ritorno delle temperature rigide dopo il tramonto. Gli universitari dovrebbero tornare a mobilitari domattina davanti alla sede della facoltà di lettere. La parola d’ordine a Padova è “fiori al posto della violenza”. Ricercatori e studenti infatti hanno intenzione di sfilare per il centro storico con una manifestazione colorata da margherite, tulipani e rose. Una ghirlanda di fiori e dei regali simbolici saranno portati al Rettore ed al Sindaco dai manifestanti che preannunciano un servizio d’ordine rigoroso per evitare qualsiasi momento di tensione con le forze dell’ordine dopo gli episodi di Roma.