Gessica Rostellato (ex M5S) commenta il prossimo congresso veneto del Partito democratico

 

Il 19 marzo il Partito Democratico Veneto avrà finalmente un segretario, ma al di là di un ruolo attribuito ad una persona fisica, mi auguro che il congresso, segni anche l’inizio di un percorso nuovo per tutto il Partito.

Dopo la grave sconfitta alle Regionali del 2015, l’allora segretario Roger De Menech si dimise e da allora la posizione risulta praticamente vuota con effetti negativi sia sull’organizzazione che, soprattutto, sull’iniziativa politica che è stata affidata ad azioni individuali, tra loro scoordinate ed in alcuni casi perfino conflittuali.

Il congresso che attendiamo con impazienza, dovrà avere il coraggio di affrontare in profondità le cause dell’insuccesso e della crisi in cui versa il PD in Veneto in questo momento.

In Veneto, il Pd non riesce ad entrare in sintonia con il sentire comune dei cittadini, delle piccole imprese e del tessuto produttivo, non riesce ad evidenziare i limiti del centro destra che non sa progettare un futuro per la nostra Regione

Per invertire questa situazione occorre un grande sforzo, fatto da un partito nuovo che si apra con intelligenza ed umiltà ai cittadini, cercando di comprenderne sogni, aspirazioni e paura; senza giudicarli, pronta ad esprimere una cultura di governo che sia depurata da ideologie novecentesche che, pur essendo ancorate a solidi valori, rischiano di creare una distanza con i cittadini.

I circoli di partito, gli organismi provinciali e Regionali, che probabilmente potranno essere in futuro superati da altri modelli organizzativi, devono aprirsi verso l’esterno. Deve essere il partito a cercare il rapporto con le parti più vitali e anche con le parti più deboli della società, smettendola di sentirsi auto-referenziale e mettendosi in posizione di ascolto costante.

In questo senso, sarà importante affiancare ai metodi tradizionali della circolazione delle idee, anche le nuove tecnologie di comunicazione dovranno essere uno strumento fondamentale nel tentativo di riavvicinare i cittadini alla politica, accorciando le distanze tra gli elettori e chi si propone di rappresentarne le istanze.

Lo svolgimento delle primarie, considerando lo stato un cui sui trovano molti Circoli, sarebbe un processo di partecipazione informata e consapevole, od una operazione di “larghe intese” camuffata e solo più faticosa ? Ciò dipende anche dalla carica di innovazione che saranno in grado di portare le candidature sia alla carica di segretario che come componenti dell’Assemblea.

Infine, ma certo non meno importante, sarà necessario usare una maggiore collegialità e sfruttare di più la sintesi nel costruire le posizioni del partito, contrastando così l’individualismo ed il protagonismo dei vari rappresentanti del PD nelle istituzioni e negli organismi, che si è accentuato negli ultimi tempi. Se sarà necessario, si dovrà applicare rigorosamente Statuto e Codice Etico, anche in chiave disciplinare, per evitare disagi ai militanti ed iscritti e denigrazioni degli avversari.

Quello che ci aspettiamo nasca il prossimo 19 marzo è quindi un partito trasparente, coeso e non ideologico, svincolato dal correntismo interno, aperto alla società, attento alle specificità della nostra regione, che utilizza anche la rete per organizzare la vita interna e la comunicazione, organizzato e disciplinato, e che dia sostanza e soddisfazione alla partecipazione, autorevole ed indipendente nel rapporto con la Segreteria Nazionale.